Lo stile Luigi XVI

Nonostante lo stile Luigi XVI prenda il nome dal Re di Francia, chi realmente indirizzava il gusto e la moda del tempo era la Regina Maria Antonietta.

È grazie alla personalità della regina e alla sua passione per le linee classicheggianti che i mobili assunsero forme più regolari. Gli elementi decorativi variavano molto: disegni geometrici, fiori, trofei, paesaggi, figure umane ed architetture, il tutto eseguito in materiali preziosi.

Per illuminare i severi mobili in ebano, venivano sfruttate guarnizioni in bronzo e peltro, così raffinate da ricordare pezzi di oreficeria. Le sedie, pur avendo perso la sinuosità del periodo precedente, non avevano forme rigide: le gambe affusolate con scanalature verticali o a spirale, la traversa incurvata e lo schienale sempre imbottito, qualsiasi forma esso avesse.

Verso la fine del secolo, i modelli subirono qualche variazione. Le gambe posteriori si incurvarono “a sciabola” ed i braccioli, invece di fermarsi ai due terzi del lato del sedile, si congiungevano con le gambe anteriori corrispondenti, in modo da formare una linea continua.

Lo stile Luigi XVI non dà molta importanza al tavolo da pranzo, che mantiene una forma semplice, realizzata solamente in mogano. Maggiore importanza avevano, invece, i tavolini: da toilette a forma di cuore, da lavoro con un bordo atto a contenere gomitoli e quelli a due piani su cui appoggiare le vivande.

Anche in questo periodo, il pezzo importante dell’abitazione era il cassettone. Ora, però, spariva si suddivisione “a pannelli” del frontale (tipica del periodo precedente). Le gambe, poco slanciate e a sezione circolare, erano rastremate verso il fondo e a volte terminavano in puntali di metallo.

Molto ricercati erano anche gli stipi a ribalta: di struttura architettonica, spesso privi di cassetti inferiormente, apparivano più slanciati e leggeri.  Allo scrittoio a ribalta inclinata, si sostituisce un modello con ribalta “a rullo”, sormontata da una serie di cassetti.